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Termine Definizione
ODIO

Sentimento umano di forte ostilità, rifiuto e disprezzo per un’altra persona. Caratterizzato da avversione e desiderio di nuocergli. Erroneamente considerato l’opposto dell’amore, sembra invece essere il risultato di un amore o di un’attrazione frustrati e non corrisposti, di bisogni non soddisfatti, per cui la stessa intensità emotiva dell’amore-attrazione vira in una connotazione negativa. In questa definizione l’opposto dell’amore-odio è l’indifferenza.

OMOSESSUALITA'

Orientamento sessuale volto al ricercare partner del proprio sesso. Il comportamento sessuale così definito è solo una delle possibili varianti umane in cui ciò che si caratterizza è la definizione della meta (l’oggetto del desiderio sessuale o dell’investimento libidico) che appartiene al proprio genere sessuale. Non deriva da patologia psichica o organica, non è identificabile come malattia, ma deriva dalla costruzione ormonale encefalica che avviene nello sviluppo intrauterino. In alcuni casi si ipotizza una strutturazione dell’omosessualità successiva alla nascita, legata a vissuti traumatici e ad educazioni castranti. Nelle società e culture discriminative e normative (ma poco informate e propense al giudizio, all’etichettamento e alla necessità fobica di effettuare terapie riparative di conversione) non si riconoscono ancora adeguate capacità di accettazione della varietà umana, motivo per cui l’omosessualità è considerata “diversità” o malattia e quindi rifiutata, socialmente squalificata e utilizzata come termine di raffronto offensivo. Resta indubbio però, nonostante la diffusa negazione della realtà, che questo orientamento sessuale non comporta distorsioni psichiche o emotive e determina relazioni in cui l’individuo costruisce legami sani basati su esperienze affettive e sessuali tendenti alla stabilità.

ONIOMANIA

Desiderio o impulso all’acquisto senza necessità; presenta tratti di compulsività e di dipendenza e viene associato al Disturbo del controllo degli impulsi. Senza un preciso inquadramento diagnostico, viene culturalmente denominato shopping compulsivo ma rappresenta un’espressione di disagio psichico connesso a sentimenti di colpa e vergogna e a stati depressivi che richiedono continui stimoli positivi. L’acquisto di oggetti diversificati e  spesso inutili non raggiunge però la gratificazione ricercata e non placa l’impulso irrefrenabile a comprare.