Glossario
Termine | Definizione |
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PARAFILIE | Sono definite tali le perversioni sessuali inquadrate nel manuale diagnostico DSM IV-TR, ovvero le pratiche sessuali in cui l’oggetto che stimola l’eccitazione è differente rispetto alle pratiche consuete e l’atto sessuale stesso è attuato con modalità anomale, ricorrenti e compulsive. Il soggetto parafilico, a causa della predisposizione ad agire un comportamento sulla base dei propri impulsi, vive una compromissione della qualità della sua vita nell’area sociale e in tutte quelle in cui si dovrebbe manifestare il buon funzionamento dell’individuo. Le parafilie sono considerate espressione di un disagio psichico significativo. Sono riconosciute le seguenti forme di sessualità parafilica: esibizionismo, feticismo, frotteurismo, pedofilia, masochismo sessuale, sadismo sessuale, feticismo di travestimento, voyeurismo e altre parafilie minori quali coprofilia, urofilia, scatologia telefonica, necrofilia, parzialismo, zoofilia e clismafilia, ecc. (v. perversione). |
PARANOIA | Termine usato nell’antichità come sinonimo di follia, sta ad indicare una sindrome psicotica (connessa alle schizofrenie) in cui compaiono deliri tematici di persecuzione, grandezza o gelosia. La paranoia non è accompagnata da sintomi dissociativi o di deterioramento, per cui il soggetto può mantenere una capacità di pensiero, di volontà e una vita di relazione ma sviluppa un tratto, un disturbo delirante o una personalità di tipo paranoico coi quali interpreta in modo abnorme le azioni delle persone, dandogli sempre una connotazione persecutoria, negativa e autoriferita. |
PARATIMIA | Disturbo dell’affettività (compreso nelle schizofrenie) che si manifesta come una risposta emotiva contraddittoria (inadeguata) rispetto al contesto che l’ha generata. Evidenzia quindi una deficienza delle funzioni psichiche. |
PAROSSISMO | Momento di massima intensità di un sintomo, di un processo morboso, di un sentimento (momento di esasperazione culminante), indicativo della perdita di controllo degli stessi. |
PASSIONE | Termine che nella tradizione filosofica indica la posizione del subire anziché dell’agire. in psicologia indica affezione, emozione e pulsione. Di fatto si è soliti considerare come passione un’attrazione o un sentimento (uno stato erotico - sentimentale) intensi, determinati da uno stimolo preciso (una persona, un interesse,ecc) e sentiti come contrari ad un atteggiamento razionale e obiettivo. Rappresenta una condizione emotiva intensa e incontenibile soprattutto se si tratta di un interesse amoroso. A seconda dello stimolo che la genera, la passione può essere di breve o lunga durata. |
PASSIVITÀ | Rappresenta un atteggiamento, una modalità di adattamento all’ambiente e una risposta agli stimoli ambientali e sociali. Contrario dell’atteggiamento rivolto all’azione, quello della persona passiva è un modo di porsi in contrapposizione o come disinteresse rispetto all’ambiente. Comprende ricettività e sottomissione, adeguamento, ma in realtà sottende un tratto caratteriale che risulta essere carente di iniziativa e risorse, deresponsabilizzante e delegante. |
PECCATO | Il termine appartiene al linguaggio religioso ed è connesso alle concezioni arcaiche del male. Dal punto di vista psichico, il peccato è connesso al senso di colpa e, secondo la visione freudiana, nasce dalla contrapposizione tra l’Io agente e il Super-Io giudicante. L’espressione del peccato come senso di colpa può essere individuata quindi come matrice delle relazioni conflittuali. |
PEDERASTIA | Rapporto sessuale con bambini o adolescenti preferibilmente dello stesso sesso (da Galimberti, Dizionario di Psicologia). |
PENE | Organo sessuale maschile così definito ed etimologicamente derivato da diversi significati: pènem come coda, pétnis da percuotere, pèos come coito e pa-sâs come membro virile. Volgarmente definito cazzo, dal termine cattia=mestolo o dal latino capitiare=cacciare, infilare con forza, viene anche definito fallo con riferimento alla funzione simbolica-immaginaria del termine (Freud). |
PENSIERO | Atto della ragione che rappresenta la capacità di formare contenuti mentali. L’attività di pensiero comprende il ragionare, l’immaginare, il prestare attenzione, il riflettere, l’ipotizzare; è un’attività in rapporto con l’esterno e con l’interno. Può deteriorarsi nelle patologie neurologiche e psichiatriche o disorganizzarsi quando su di esso prevalgono le emozioni. |
PERIODO REFRATTARIO | Fase di riposo post-eiaculatorio in cui il maschio non può avviare una nuova fase di eccitazione. |
PERVERSIONE | Anomalia psicopatologica del comportamento sessuale caratterizzata dalla modificazione delle pulsioni con una tendenza costante alla malvagità e alla crudeltà. Il soggetto ha una propensione a distorcere le situazioni facendole degenerare e adottando comportamenti che spesso violano le norme sociali. La definizione di perversione viene spesso associata in modo pervasivo alle disfunzioni sessuali, benché oggi il termine abbia acquisito un significato più ampio (v. parafilie). |
PIACERE | Sensazione di benessere che costituisce uno dei principi regolatori di base della vita psichica. Funzionalmente si discrimina il piacere preliminare (quello crescente e preparatorio) dal piacere terminale (inteso come scarica conclusiva). Dal punto di vista sessuologico il piacere è associato all’eccitamento e insieme consentono di creare una tensione complessa che permette il raggiungimento della soddisfazione genitale (orgasmo). |
PIGRIZIA | Annoverata tra i peccati capitali come accidia, rappresenta in realtà l’espressione di un disturbo della volontà che si manifesta nella tendenza a non affrontare attività che richiedono sforzo e impegno. Talvolta le cause sono da attribuirsi a qualche disturbo organico di tipo endocrino (a carico di tiroide, ghiandole surrenali e adenoidi) ma spesso è un atteggiamento autosabotante che inibisce l’azione e la realizzazione personale. Dal punto di vista psichico la pigrizia si rileva sintomatica di conflitti legati a carenze affettive e parentali che generano inerzia, apatia e avvilimento. |
PLACEBO | Si dice di “cura neutra” ovvero di assegnazione di una cura farmacologica che è costituita, in realtà, da una sostanza inattiva che ha lo scopo di rinforzare le aspettative del paziente. Il placebo si avvale di un effetto suggestivo legato a significali soggettivi simbolici. Nei dizionari antichi veniva definito come “rimedio per compiacere, più che curare, il paziente”. La sua somministrazione consente al soggetto di sentirsi preso in carico e curato, eliminando così gli effetti che il pensiero negativo genererebbe nel sentire sottovalutato o non creduto il proprio dolore. Funzionalmente il placebo è volto alla rassicurazione e all’eliminazione delle dinamiche ansiose e aggressive. |