Parola di uso comune tesa ad identificare erroneamente uno status dissociativo definito come causa degli impulsi omicidi noti alla cronaca; in realtà questi impulsi sono riconducibili alla perdita di controllo di un soggetto incapace di gestire una situazione improvvisa o imprevedibile o insopportabile. Il raptus è invece una reazione psicogena (cioè di natura psichica) che porta ad attuare atteggiamenti distruttivi come risultante di un corto circuito psichico (reazione).

Funzione della capacità di accogliere. Implica molteplici significati: dal punto di vista psichico sottintende la sensibilità nel cogliere stimoli ambientali senza elaborarli razionalmente; dal punto di vista fisiologico è funzionalmente identificata con la corporeità femminile nei suoi aspetti generativi e sessuali. In generale, rappresenta la sensibilità di rilevare emozioni e stati psichici, di assorbire la valenza formativa dell’esperienza.

Termine derivante dalla psicoanalisi e riferibile all’opposizione inconscia di un soggetto ad accedere alle proprie dinamiche profonde. Si verifica ogni qualvolta l’individuo è chiamato a considerare contenuti psichici o emotivi associati a significati di difficile definizione e gestione; si esprime con la difficoltà ad accedere a questi contenuti o al rifiuto esplicito di volersi dedicare alla loro considerazione e analisi.