IL CARCERE PSICOLOGICO DELL'INFERTILITA' E' UNA LIMITAZIONE DI SE'

Lo dobbiamo a noi stessi.
Ricordarci che siamo qualcosa di più di elementi di un processo generativo, degli attori della procreazione.
La felicità è una questione di equilibri e, come sempre, sono importanti quelli esterni (relazionali, lavorativi, economici) ma soprattutto quelli interni.
La vita di un uomo e di una donna non ha avuto inizio il giorno in cui è stata immaginata e desiderata la propria genitorialità né si esaurisce con le diagnosi, nelle difficoltà, negli esiti di spermiogrammi al limite e nelle ovulazioni vuote. Esistiamo prima di tutto ciò e anche dopo. Tutto si trasforma e nel tutto anche noi. La ricerca della maternità e della paternità sono un’esperienza di vita, prima ancora della fecondazione, una forma di cambiamento che è potenzialmente buono nella sua generatività. Se qualcosa non va come vorremmo, ricordiamoci di possedere la capacità di rivedere le nostre credenze, di rimodulare le aspettative e di inquadrare più chiaramente i nostri bisogni e i valori che sosteniamo.
I figli nascono anche dall’armonia delle cose e dal nostro equilibrio e se non nascono possiamo dare un valore nuovo e diverso a noi stessi e trovare un nuovo equilibrio.
Non sarà “come se” ma “come siamo” realmente.